martedì, febbraio 17, 2009

Genoa: solidarietà per Gabriele Amato

Domenica il Genoa stava vincendo.
E bene.
Stava vincendo 3-0, una secca, netta ed indiscutibile (ma momentanea) vittoria che, se fosse stata tale, sarebbe stata bella, come tutte.
Ed invece, la follia, il cedere di schianto, il concedere campo e ridare convinzione nei propri mezzi alla Fiorentina, ha fatto sì (purtroppo) che la situazione prima dentro (gol del pareggio di Mutu tre secondi oltre il recupero e contestazione dei giocatori genoani) e poi fuori, si "incrinasse".
Si sa, l'obiettivo di un tifoso (sempre incontentabile), Ultras o meno, è andare allo stadio per vedere (sempre) vincere la propria squadra.
Solo che la differenza tra un tifoso e un Ultras è una, ma è abbastanza sostanziale: sia l'Ultras che il tifoso vanno allo stadio per veder vincere la propria squadra del cuore, ma l'Ultras (rispetto al normale tifoso) è molto più esigente.
L'Ultras canta e si sgola per riuscire (con la propria carica) a far tirare fuori quella cattiveria giusta per vincere.
E quando vedi la tua squadra del cuore pareggiare in questo modo, anche se sei in serie A in zona champions, la rabbia "ti acceca" e, anche involontariamente, contesti.
E' stato così, domenica.
Nel post-partita di Genoa-Fiorentina (terminata con un pirotecnico 3-3) si è preferito aspettare le sette per far uscire il pullman della Fiorentina, per la presenza di 200 Ultras del Genoa che aspettavano in cima alla rampa che conduce gli spogliatoi.
Gabriele è uno dei 50 (mi pare di aver capito non facente parte dei gruppi organizzati) che contestano.
Nonostante quattro auto di scorta esplodono urla, contestazione e lanci di oggetti che (forse) spaventano l'autista, il quale aggancia e travolge Gabriele, il quale rimane immobile a terra e che, per poco, non viene travolto da un'auto della polizia.
I soccorsi sono arrivati immediatamente ma, secondo il bollettino medico, Gabriele si è fratturato il bacino, lo sterno, entrambe le gambe e diverse costole.
Ora Gabriele è in coma farmacologico e i genitori, la sorella, gli amici ed i tifosi si alternano all'ospedale San Martino, per stargli vicino e sperare che si salvi.
Non lo sperano solo i genitori, la sorella, gli amici ed i tifosi del Genoa: lo sperano tutti.
Da parte mia, un Ultras dell'Alessandria di 19 anni, tifoso di una squadra gemellata (anche se qui gemellaggi o meno non centrano: di fronte a queste cose non si scherza) col Genoa e simpatizzante del Genoa, va la vicinanza a tutta la famiglia e a tutti quelli che hanno il Grifone nel cuore, sperando che domenica (contro il gemellato Napoli) si possa conquistare una vittoria da dedicare ad un appassionato come Gabriele.
Sperando che una partita di calcio e tre punti, nel loro piccolo, servano ad aiutarlo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

visto che sei ancora un boccia di 19 anni forse non sai che il cittadino di varese si chiama varesino,quello della provincia varesotto...ok? senza rancore...VARESE 74

sanguegrigio ha detto...

Ti ringrazio per la precisazione, ma ti sei dimostrato tutt'altro che furbo, perchè sto commento me lo potevi fare nell'articolo prima, che parlava di uno di Varese. Io, prima di leggere, pensavo di trovare un commento inerente all'articolo, che parla di un ragazzo di due anni più vecchio di te che lotta tra la vita e la morte. La prossima volta guarda l'articolo giusto e piazzaci il commento. Grazie.